Officine ed autoriparatori, con lockdown calli di fatturato oltre il 60%

L’Associazione Artigiani e Piccola Impresa Città della Riviera del Brenta, sottolinea le gravi difficoltà a cui hanno dovuto, e devono far fronte officine ed autoriparatori del comprensorio. A fare il punto della situazione sono, con il Segretario Giorgio Chinellato, i rappresentanti di categoria Roberto Baldan e Nereo Basso. “Nel comprensorio della Riviera del Brenta – spiegano Chinellato Basso e Baldan – abbiamo circa una sessantina di aziende iscritte all’Associazione, ma stimiamo siano oltre il centinaio quelle presenti”.

“Fra i nostri iscritti – sottolinea Basso – in questi due mesi e mezzo di lockdown abbiamo registrato dei cali di fatturato medi di oltre il 60%. Ci sono mancate tutte le riparazioni di auto da parte di privati, ma è mancato anche il settore delle compagnie dell’autonoleggio che praticamente senza turismo e viaggi d’affari nell’area della Riviera e del Veneziano non ha praticamente lavorato. Senza auto sulle strade neanche le riparazioni e i controlli si sono fatti. Un altro calo di lavori che si è registrato è stato anche quello collegato alla chiusura del comparto della calzatura e delle aziende collegate nell’area che così hanno tenuto fermi i loro camion e furgoni per il trasporto delle merci”.

Immediate le conseguenze sul versante occupazionale che si sono prodotte. “Nonostante – spiegano Basso e Baldan – il nostro fosse un settore che poteva rimanere aperto e considerato essenziale dai Dpcm, a causa del ridotto volume di lavoro, sono stati messi in cassa integrazione nella maggior parte delle officine della Riviera i lavoratori dipendenti, e hanno lavorato in questo periodo solo i soci titolari. Stimiamo che i dipendenti messi in cassa integrazione fra le nostre aziende iscritte, siano circa 150”.

Ora, dopo il 18 maggio la ripartenza è cominciata, ma alcuni provvedimenti del Governo sono considerati dagli autoriparatori, completamente sbagliati. “Ad esempio pensiamo sia da rivedere la decisione presa dall’esecutivo di prorogare a tutti per il prossimo 31 ottobre le revisioni delle auto. In questo modo si crea un ingorgo ingestibile agli operatori del settore, che si ritroveranno con un calendario impraticabile di appuntamenti a ridosso di quella data. Più utile sarebbe stato indicare una proroga di tre mesi (quelli collegati al lockdown) alla data della scadenza. I disagi causati sarebbero stati certamente minori. Vanno poi sensibilizzati i cittadini: le auto anche se non hanno corso, ora che la ripartenza è cominciata, per viaggiare i sicurezza hanno bisogno della necessaria manutenzione e sostituzione di pezzi”.

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